mercoledì 8 ottobre 2008

Il Giappone ed i mestieri -apparentemente- inutili

Ovvero come risolvere il problema della disoccupazione.


Su un sito che ha svolto un'inchiesta che risale al maggio dell'anno scorso, ho letto che la disoccupazione giapponese ai tempi dell'articolo era al 3,8%, il miglior risultato degli ultimi 9 nove anni. Se si considera che la popolazione del Giappone, secondo Wikipedia, è di circa 127.435.000 abitanti, ci si può rendere conto che i lavoratori sono davvero tanti!
Non conosco ancora i motivi precisi di questa bassissima percentuale di disoccupati: so solo che nella cultura giapponese, una cultura molto pragmatica, il lavoro assume un significato diverso rispetto a quello che ha nella nostra. Come lessi nel libro Ore Giapponesi di Fosco Maraini, mentre da noi il termine "lavoro" deriva dal latino labor ovvero "fatica" e quindi ha una connotazione negativa, in Giappone invece viene utilizzato il termine neutro "shigoto" ovvero "la cosa del fare".
Tralasciando le questioni di tipo antropologico, sicuramente uno dei fattori che contribuiscono alla bassissima disoccupazione è l'innumerevole quantità di lavori "inutili", o almeno ai nostri occhi di italiani sfaticati.
L'esempio più evidente di questa categoria di occupazioni è rappresentata da l'uomo-cartello, da me così ribattezzato.


Vedendo questa foto, qualcuno riesce a spiegarmi il senso di questo lavoro?
Perché assumere una persona per fargli tenere un cartello quando puoi benissimo metterci una piattaforma, tipo quelle di plastica riempite di sabbia che tengono in piedi gli ombrelloni al bar?
Magari l'uomo col cartello parla e promuove "a voce" i prodotti, però non riesco a rendermi conto quanto il gioco valga la candela... in fondo viene pagato per tenere un cartello e magari per dire "comprate le saponette in offerta a 100 yen!".

Oltre all'uomo-cartello, ci sono tanti altri lavori semi-inutili.
Per esempio gli innumerevoli uomini-parcheggio che, quasi sempre in coppia, stanno davanti al parcheggio del negozio con una sorta di spada laser che farebbe invidia a Dart Fener. Lo scopo di questo lavoro è regolare l'entrata delle macchine nel parcheggio per assicurarsi che non arrotino qualche pedone o ciclista che sta tranquillamente passando per il marciapiede. Sicuramente è un lavoro che rende sicuri i marciapiedi, ma anche qui mi chiedo dove trovino i soldi per mantenere questa gente, visto che spesso sono in due e uno dei due non fa praticamente niente.

Un'altra differenza che ho notato rispetto al nostro mondo del lavoro è che quando per la strada ci sono i cantieri, non si trova come da noi 10 paletti e, quando ti va di lusso, un operatore che ti segnala il cantiere nel marciapiede o nella strada. Qui trovi proprio 3-4 persone con tanto di bandierine che ti indicano la strada da percorrere. Questo avviene anche quando stanno sistemando il marciapiede, come mi è capitato oggi.

Ora le domande che mi pongo sono due:
1) Dove trovano i soldi per pagare questi lavori "superflui"?
2) Se ci fossero anche in Italia, la gente li farebbe questi lavori?

E con questo concludo l'intervento di oggi, visto che devo studiare per l'esame di domani.
Se trovo altri lavori "inutili" (con tutto rispetto per questi lavoratori!), non mancherò di postarli.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Certo che dev'essere pittosto deprimente svolgere quei tipi di lavoro specialmente in Giappone, dove sembra che le persone vengano valutate più che altro in base al mestiere che svolgono.

Pingi ha detto...

l'automazione industriale cresce->le persone impiegate nel settore della produzione diminuiscono->i profitti degli industriali esplodono->si creano lavori inutili oppure cresce la disoccupazione.

fino ad oggi è andata così (pensaci: quante persone conosci che lavorano producendo qualcosa?), alternative? SI, ma puzzano di comunismo: se si redistribuisse il reddito, non sarebbe necessario lavorare.. basterebbero un paio di ore al giorno per tutti, a stipendio invariato.