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martedì 9 dicembre 2008

"I" come... Inarrestabili!

Pioggia, vento, grandine o tempesta... a questi non li ferma nessuno!
Se devono lavorare, non si fanno certo intimorire da problemucci del genere!

Un esempio è l'autista del pullman della scuola superiore annessa alla mia università. Non lo ferma neanche la pioggia! Lui, imperterrito, continua a lavare l'autobus sotto l'ombrello! (La qualità della foto è pessima, è stata fatta col cellulare!)


Un altro esempio peculiare è il cantiere notturno...
Più di una volta mi è capitato di trovarne uno, ma non avevo mai la macchina fotografica a portata di mano. L'altra sera ero appena uscita dal karaoke. Saranno state quasi le 2 di notte. Questo è quello che ho visto all'incrocio:


Incredibile! Per noi italiani abituati a lavori di mesi e mesi per costruire una semplice strada, queste scene sembrano pura fantascienza!

mercoledì 3 dicembre 2008

Banana-daietto

Ne avevo sentito parlare per la prima volta sul blog di Fabio.
Pochi giorni dopo ho sentito dire che una professoressa della mia attuale università (ma di un altro corso) la segue assiduamente.
Poi sono andata al supermercato e mi sono accorta che le banane erano veramente terminate.

La dieta della banana pare che abbia fatto un successone in tutto il Giappone.
Eppure a me pare così assurda...

La dieta consiste nel mangiare una banana o due a colazione e berci un bicchiere d'acqua a temperatura ambiente. Per il resto della giornata poi puoi mangiare tutto quello che vuoi, tanto la banana a colazione regola il metabolismo e aiuta la digestione. Altre semplici regole da abbinare a questa fondamentale sono: non bere alcolici, non mangiare dessert dopo i pasti e non mangiare dopo le 8 di sera.

Questa dieta ha fatto talmente successo che da giugno è stata aumentata la quantità di banane importate del 25%. E, nonostante ciò, ci sono stati dei giorni in cui pareva impossibile trovare le banane al supermercato.

Secondo il giornale "Kansai Scene" di questo mese, già altre diete negli ultimi 30 anni hanno sortito effetti simili in Giappone: si va dalla dieta della mela, alla dieta del peperoncino, dalla dieta del latte di soia, alla dieta del cacao. Ci sono state inoltre le diete a base di succo di carota, banana e uovo lesso, tè Oolong, konnyaku (una pianta dalla quale si ricava la gelatina) ed infine la terribile dieta a base di natto (alimento giapponese prodotto attraverso la fermentazione dei semi di soia, che pare sia veramente cattivo).

Dire che la migliore dieta sarebbe mangiare diversi tipi di alimenti, tanta frutta e verdura e fare tanto movimento, mi sembra una cosa abbastanza scontata e sinceramente non capisco come la gente si faccia abbindolare così facilmente da diete del genere...

Comunque, se qualcuno è interessato, il sito della dieta della banana è questo.

Per quanto mi riguarda, spero solo di non dover fare il giro delle sette chiese per trovare delle banane una volta tanto che decido di mangiarle!

venerdì 31 ottobre 2008

Ma è Halloween o... Carnevale??

Così come in Europa, anche in Giappone si sta diffondendo sempre di più la moda di festeggiare Halloween. Pur essendo di origine anglosassone, è una festa "esportata" in tutto il mondo, soprattutto perché è legata ad interessi economici, creando un vero e proprio business.

Già da più di un mese i negozi di Kawaramachi (e dintorni) erano addobbati con decorazioni a tema Halloween. In grande anticipo, direi, ma non c'è da stupirsi visto che oggi ho visto i primi addobbi natalizi.


Oggi però, visto che era proprio il giorno di Halloween, in alcuni negozi anche le commesse erano vestite a tema. E non solo. Per la strada passavano frequentemente persone travestite da vari personaggi, probabilmente perché stavano andando qualche festa.
La cosa strana che ho notato è che, tra tutte le persone travestite che ho visto, non c'era né una strega, né un fantasma, né una mummia, né qualsiasi altra creatura terrificante.
Giusto la commessa col cappello da strega mi sembrava la meno fuori luogo. In compenso ho visto un uomo con una testa a forma di telecamera Sony.
Poco più avanti c'erano loro:


Keroro e Pikatchu, due creature tipicamente "halloweeniane".

Non ho avuto modo scattare altre foto alle strane creature che popolavano le vie di Kawaramachi, Teramachi e dintorni, ma, considerando i travestimenti di questa gente, una domanda mi è sorta spontanea: "E' Halloween o... Carnevale??"


domenica 12 ottobre 2008

Chi ha detto che i giapponesi sono gente tranquilla??

Una delle cose che mi è rimasta più impressa del pessimo libro della Terzani sul Giappone è il punto in cui dice che la città giapponese è talmente silenziosa che non ti sembra nemmeno di vivere in un mondo reale.
Mai cosa fu più tanto sbagliata.
Io non so di preciso dove abbia vissuto, ma qui di silenzio non ce n'è manco l'ombra!
La mattina si inizia alle 7.00/7.30. Bambini urlanti che vanno a scuola, i camioncini che raccolgono carta da riciclare che passano ogni tre per due con una musichetta inquietante, il netturbino che apre i sacchetti contenenti plastica da riciclare per separare le lattine dalle bottiglie di plastica...
La migliore sveglia resta comunque il coro di monaci, buddisti credo, che certe mattine passano per le strade intonando dei canti con una voce talmente potente che sveglierebbero anche dei ghiri in letargo.

Uno strano camioncino che passa la mattina...

Quando torno dall'università, ci sono i bambini che, usciti da scuola, vanno a casa, con conseguente casino. Poi alle 19 inizia a passare l'omino che sbatte i legnetti per la strada, non ho ancora ben capito per quale motivo (sto indagando... l'ipotesi più accreditata è quella per scacciare gli spiriti maligni), seguito poco dopo da ragazzi che suonano per strada melodie inquietanti col flauto...
Alle 21 finalmente silenzio. A questo punto sembra davvero di essere in una città disabitata.
O così pare quando i vicini non hanno deciso di fare una festa per la strada.
Come stasera.
Alle 17 ho iniziato a sentire un bel trambusto, uomini che spostavano delle tavole e gente che parlava animatamente. Non sono riuscita minimamente a capire di cosa stessero parlando, ma poche ore dopo l'ho capito: una festa tra vicini di casa!
Praticamente nello spazio per l'auto (che hanno tolto) della famiglia Takada, proprio di fronte al mio dormitorio, hanno messo 3-4 tavoli e si sono messi a far bisboccia, tanto domani è festa nazionale! (E' la festa dello sport...)
Adesso sono le 22 e sono ancora lì che si divertono... e a me fa piacere starli a sentire, mettono allegria!

Ho fatto loro una foto, è venuta male perché cercavo di non farmi scoprire, ma rende l'idea (anche se la ringhiera del balcone copre buona parte della tavolata):



Comunque, se ripenso a quello che scriveva la Terzani, mi viene da ridere... e soprattutto conferma la mia tesi che nel suo libro ci sono scritte un sacco di cialtronate!

giovedì 9 ottobre 2008

I biscottini Piyo Piyo

Oggi sono stata a fare la mega-spesa alla Kyoto Coop.
Sì, proprio la Coop. Come c'è in Italia. Che si riconferma il supermercato più conveniente.


Ci sono due tipi di spese che faccio: la spesa "certezza" e la spesa "pionieristica".
La spesa "certezza" è la più economica e sicura perché compro cose già testate ed è appunto "una certezza", cioè so che la roba comprata la mangerò senza problemi e che mi piacerà, a parte piccoli inconvenienti come quintali di sale che butto inavvertitamente nel riso.
La spesa "pioneristica", cioè quella sperimentale e "avventurosa" è più costosa e rischiosa ma, quando va a buon fine, dà delle belle soddisfazioni.
Oggi era la giornata della spesa pioneristica.
L'ho deciso quando ho visto questi magnifici biscotti. Non ho resistito alla tentazione di comprarli.



Qualcuno riconosce quel pulcino??
Li ho comprati esclusivamente perché quello è lo stesso pulcino che Kyoko di Maison Ikkoku ha disegnato sul grembiule. Ovviamente è un comunissimo pulcino stilizzato, ma per me rimane quel pulcino. Ci sono anche le stesse scritte "piyo piyo"!



Sono venuta via dal supermercato, soddisfattissima per aver comprato i "biscottini piyo piyo", così da me ribattezzati (e anche tanti altri prodotti "nuovi" mai provati prima d'ora, visto che avevo deciso di far diventare "spesa pioneristica" la spesa di oggi).

Sono arrivata a casa e li ho aperti.
Sono rimasta un po' perplessa perché... mi sono trovata di fronte all'ennesimo spreco giapponese!



Ora, questi biscotti sono tanto carini, ma... che senso ha impacchettarne uno per uno??
Capisco che qualche mamma possa così metterlo come snack dolce nel bento (pranzo "portatile") che il figliolo porta a scuola, ma mi pare davvero esagerato, soprattutto se si considera che tanti altri prodotti come questi biscottini sono impacchettati uno ad uno.

La questione degli sprechi è una questione che mi ha dato tanto da pensare in questo periodo.
Ne avevo già parlato riguardo all'uso eccessivo dell'aria condizionata e ne tornerò a parlare quando riuscirò a fare la fotografia al filo interdentale, che non è come il nostro, ovvero un semplice rotolino di filo che stacchi e usi, ma consiste in un pacchettino di "archetti "di plastica, ognuno con un filo teso da un'estremità all'altra, con conseguente spreco di plastica perché una volta usata questi archetti li butti via.
E poi c'è la questione delle bacchette usa e getta... se si considera quante bacchette in ogni locale vengono usate ogni giorno, viene fuori una quantità impressionante di immondizia inutile prodotta... però questa è un'altra storia.



E comunque i biscottini Piyo Piyo sono davvero tanto buoni!

mercoledì 8 ottobre 2008

Il Giappone ed i mestieri -apparentemente- inutili

Ovvero come risolvere il problema della disoccupazione.


Su un sito che ha svolto un'inchiesta che risale al maggio dell'anno scorso, ho letto che la disoccupazione giapponese ai tempi dell'articolo era al 3,8%, il miglior risultato degli ultimi 9 nove anni. Se si considera che la popolazione del Giappone, secondo Wikipedia, è di circa 127.435.000 abitanti, ci si può rendere conto che i lavoratori sono davvero tanti!
Non conosco ancora i motivi precisi di questa bassissima percentuale di disoccupati: so solo che nella cultura giapponese, una cultura molto pragmatica, il lavoro assume un significato diverso rispetto a quello che ha nella nostra. Come lessi nel libro Ore Giapponesi di Fosco Maraini, mentre da noi il termine "lavoro" deriva dal latino labor ovvero "fatica" e quindi ha una connotazione negativa, in Giappone invece viene utilizzato il termine neutro "shigoto" ovvero "la cosa del fare".
Tralasciando le questioni di tipo antropologico, sicuramente uno dei fattori che contribuiscono alla bassissima disoccupazione è l'innumerevole quantità di lavori "inutili", o almeno ai nostri occhi di italiani sfaticati.
L'esempio più evidente di questa categoria di occupazioni è rappresentata da l'uomo-cartello, da me così ribattezzato.


Vedendo questa foto, qualcuno riesce a spiegarmi il senso di questo lavoro?
Perché assumere una persona per fargli tenere un cartello quando puoi benissimo metterci una piattaforma, tipo quelle di plastica riempite di sabbia che tengono in piedi gli ombrelloni al bar?
Magari l'uomo col cartello parla e promuove "a voce" i prodotti, però non riesco a rendermi conto quanto il gioco valga la candela... in fondo viene pagato per tenere un cartello e magari per dire "comprate le saponette in offerta a 100 yen!".

Oltre all'uomo-cartello, ci sono tanti altri lavori semi-inutili.
Per esempio gli innumerevoli uomini-parcheggio che, quasi sempre in coppia, stanno davanti al parcheggio del negozio con una sorta di spada laser che farebbe invidia a Dart Fener. Lo scopo di questo lavoro è regolare l'entrata delle macchine nel parcheggio per assicurarsi che non arrotino qualche pedone o ciclista che sta tranquillamente passando per il marciapiede. Sicuramente è un lavoro che rende sicuri i marciapiedi, ma anche qui mi chiedo dove trovino i soldi per mantenere questa gente, visto che spesso sono in due e uno dei due non fa praticamente niente.

Un'altra differenza che ho notato rispetto al nostro mondo del lavoro è che quando per la strada ci sono i cantieri, non si trova come da noi 10 paletti e, quando ti va di lusso, un operatore che ti segnala il cantiere nel marciapiede o nella strada. Qui trovi proprio 3-4 persone con tanto di bandierine che ti indicano la strada da percorrere. Questo avviene anche quando stanno sistemando il marciapiede, come mi è capitato oggi.

Ora le domande che mi pongo sono due:
1) Dove trovano i soldi per pagare questi lavori "superflui"?
2) Se ci fossero anche in Italia, la gente li farebbe questi lavori?

E con questo concludo l'intervento di oggi, visto che devo studiare per l'esame di domani.
Se trovo altri lavori "inutili" (con tutto rispetto per questi lavoratori!), non mancherò di postarli.