venerdì 26 dicembre 2008

Nippo-Natale!

Travolta in un'insolito quanto inaspettato party internazionale, ieri sera non ho avuto poi modo di mettere le foto sul Natale giapponese.
A dir la verità, non ne ho fatte molte... visto che sotto l'albero avevo solo un pacchettino da scartare, mi sono lasciata prendere dalla "febbre dell'auto-regalo", dimenticandomi del mio reportage fotografico...

Come già da diversi giorni, le vie di Kawaramachi e dintorni erano già abbondantemente addobbate a tema natalizio.


I Babbi Natale assumono molteplici forme e aspetti:


Ma, oltre alle immagini più caratteristiche del Natale (come Babbi Natale, renne e pacchi regalo), non mancano le "giapponesizzazioni", idee e invenzioni assolutamente made in Japan:

L'assistente di Babbo Natale vestito da draghetto ne è una prova. Per colpa del grande flusso di persone che stava attraversando quel tratto di strada, non sono riuscita a fotografare il povero ragazzo vestito da Babbo Natale che pubblicizzava un non ben identificato prodotto. Di fronte a lui c'era però quest'altro commesso sventurato che cercava di attirare l'attenzione dei passanti con un costume non proprio natalizio.
Dopo aver passato sia Halloween che Natale qui in terra nipponica, mi sono chiesta la fatidica domanda: "Ma come mai qui in Giappone per ogni occasione si travestono da tutti i più disparati personaggi completamente fuori tema??". Che sia Halloween o Natale, sembra sempre Carnevale!

Uno dei motivi che sicuramente contribuiscono all'aria "carnevalesca" di questo Natale, è il fatto che questa festa non è sentita da un punto di vista religioso. Essendo i giapponesi per la maggior parte non cristiani, festeggiano questa festa privandola del suo significato originario e trasformandola in una sorta di "San Valentino anticipato". Infatti, come spesso si vede anche in molti manga e cartoni animati, il Natale è l'occasione per stare assieme al proprio ragazzo/a oppure assieme agli amici. Ci si scambiano regali, si mangiano dolcetti (ma veramente piccoli se paragonati ai nostri!) e si va fuori a divertirci in un tripudio di colori tra Babbi Natale appesi alle vetrine e lucine degli alberi addobbati.



Per concludere, ecco l'albero di Natale più bello di tutti, ovvero il mio, fatto con "addobbi di fortuna" e una sottospecie di presepe un po' farlocco...

mercoledì 24 dicembre 2008

Momiji

La stagione dei momiji è appena trascorsa ed ho deciso di raccogliere le foto più interessanti che ho fatto in questo periodo.
Purtroppo la mia macchina fotografica non è una reflex, ma una compatta e, seppur molto buona, non permette di scattare particolari fotografie.
Ne ho scelte 7 (7 come i re di Roma, le virtù, i peccati capitali, le meraviglie del mondo, i colori dell'arcobaleno, le vite di un gatto, i nani di Biancaneve, i libri di Harry Potter, etc etc).

Luogo: Kiyomizu-dera


Luogo: Kiyomizu-dera


Luogo: Kiyomizu-dera


Luogo: Kiyomizu-dera


Luogo: Tempio Kennin-ji


Luogo: Tempio Kennin-ji


Luogo: Tempio Kennin-ji

martedì 23 dicembre 2008

Made in Japan (1)

Certe cose le vedi e pensi: "E' inequivocabile. Siamo proprio in Giappone!"

Questo è quello che ho pensato quando ho visto questo distributore di benzina:


Non ho ancora capito come funzionino questi distributori. Penso che mi apposterò ad osservare i benzinai...
Non capisco nemmeno il motivo per cui utilizzano questo tipo di struttura. Forse, considerando il fatto che qui in Giappone hanno il chiodo fisso della "sicurezza", li hanno costruiti così perché li considerano più sicuri...
Un altro dei tanti misteri della terra del Sol Levante...

domenica 21 dicembre 2008

Il mercato al tempio Toji

Ogni 21 del mese si tiene al tempio Toji un grande mercato di prodotti tipici giapponesi, dalle ceramiche ai kimono, dalle stoffe ai cibi come okonomiyaki, takoyaki, etc.


Generalmente è sempre molto affollato, ma oggi, vuoi perché era domenica, vuoi perché siamo alla fine dell'anno, era pienissimo di gente.
Mi sono ritrovata in situazioni che mi hanno ricordato le bolge drammatiche nei giorni più frequentati di Lucca Comics, solo che questa volta c'erano inferocitissime vecchiettine giapponesi che non si facevano mettere i piedi in testa da nessuno e che sgomitavano al punto da sembrare in mezzo al pogo di un concerto metal.
Ho notato che il caos maggiore si trovava di fronte agli stand di kimono e di ceramiche, ma anche quelli che vendevano cibo andavano alla grande.
I cibi più popolari in queste feste sono i takoyaki, gli okonomiyaki, l'oden e i dango. Anche il dolce che ho preso io è molto conosciuto, soprattutto perché si vede nei cartoni animati. Si chiama tayaki ed è un dolcetto a forma di pesce, generalmente ripieno di marmallata di azuki, i fagioli rossi. Io l'ho preso però alla cioccolata, perché la marmellata di azuki non mi va molto a genio.


Il dolcetto era buono, ma la cosa più interessante è stata osservare come questi tayaki vengono fatti: con dei semplici stampi a forma di pesce, vengono fatti cuocere da una parte, riempiti di crema (marmellata di azuki, cioccolata, crema di fragola, etc), poi si versa il resto dell'impasto e si tira giù la lastra superiore dello stampo per dare la forma anche all'altro lato.

giovedì 18 dicembre 2008

"Mi rifiuto" disse... e si gettò nel cassonetto.

Una delle cose più strane che ho dovuto affrontare appena arrivata qua è stato il complicatissimo sistema dei rifiuti.

Appena messo piede nel residence, storditi dal viaggio e dalla parlantina incomprensibile dell'amministratrice del college residence, ci è stato dato questo fascicolo (ovviamente in giapponese, con pochissime istruzioni anche in inglese) che ci spiegava come funzionava il sistema dei rifiuti.

Qui non ci sono i cassonetti come da noi.
Ogni giorno feriale della settimana è adibito ad un determinato tipo di rifiuto. I sacchi vengono messi in punti di raccolta sulla strada e, durante la mattinata, passa il camioncino a ritirarli.
Ogni zona ha il suo programma. Ad esempio, nella zona dove vivo io bisogna consegnare la spazzatura generica il martedì e il venerdì, le lattine e le bottiglie di plastica il mercoledì e la plastica generica (principalmente involucri e confezioni) il giovedì.
Una regola fondamentale è quella del sacchetto da utilizzare. Non si possono usare semplici borsine. Per i rifiuti generici ci sono i sacchetti gialli, mentre per la plastica i sacchetti verdi. Entrambi si comprano al supermercato. Guai a utilizzare le semplici borsine di plastica! Si rischia di scombussolare tutto il sistema e mandare nel panico i giapponesi.

Per tutti gli altri tipi di rifiuti ci sono altre modalità di smistamento. Ad esempio la carta.
Se sono giornali, passa un camioncino con una musichetta strana a ritirarli (non ho ben capito quando). Se sono altri tipi di carta, va raccolta e portata nell'apposito punto di raccolta (non ho ben capito dove...).
Gli involucri di cartone del latte e dei succhi di frutta vanno aperti, lavati, asciugati e portati negli appositi punti di raccolta di fronte ai supermercati. La stessa cosa vale per certi tipi di bottiglie di vetro e per certi contenitori di plastica.
Per i rifiuti speciali o ingombranti, bisogna chiamare la ditta che si occupa dei rifiuti e prendere un appuntamento per poterglieli consegnare.


Adesso ho preso una certa dimestichezza con questo metodo, ma i primi giorni avevo serie difficoltà a ricordarmi quale era il giorno per i vari tipi di rifiuti.

E' un sistema molto efficiente, non c'è che dire. Non so se in Italia funzionerebbe perché noi siamo molto più indisciplinati e poco rispettosi delle regole.
L'unico problema dei giapponesi è che... producono troppi rifiuti! Li sapranno anche riciclare e smaltire bene, ma sono veramente degli spreconi! Troppi imballaggi, troppa plastica!

mercoledì 17 dicembre 2008

I mille usi dei cd...

Se pensate che i cd servano solo per ascoltare la musica o per archiviare dati... vi sbagliate!

Conosco gente che, sommersa da quantità industriali di cd bruciati, li proponeva come originali sottobicchieri...
Tempo fa si era anche diffusa l'idea che, mettendo il cd appeso in macchina con il lato "scrivibile" rivolto verso il lunotto posteriore, avrebbe deviato il laser degli autovelox, evitando così che venisse rilevata la macchina in caso di eccesso di velocità...

Ancora però mi mancava la "giapponesata" sull'uso dei cd.

Oggi a lezione un ragazzo ha chiesto perché i giapponesi spesso mettono i cd appesi in terrazzo. Li avevo notati anche io, ponendomi la stessa domanda.
La professoressa ha risposto che vengono usati per scacciare i piccioni. I bagliori provocati dalla luce solare riflessa spaventerebbero gli uccelli, evitando così che si posino sui davanzali e sui terrazzi lasciando spiacevoli "bisognini" come ricordo.


Questa mi mancava e non l'avevo mai sentita dire.
Ma non mi stupisco. Dopotutto siamo in Giappone!

martedì 16 dicembre 2008

Come farsi fregare i soldi dall'Ufo Catcher...

L'Ufo Catcher è una delle principali attrazioni nella salagiochi giapponese, ma si possono trovare anche nei konbini (ovvero i "convenience store", i discount) e nei luoghi più impensabili. Sono praticamente ovunque.

L'Ufo Catcher c'è anche in Italia.
E' quella macchinetta nella quale si mettono i soldi e con il gancio si cerca di acchiappare un pelouche o altri premi posizionati astutamente all'interno della macchinetta.


L'altro giorno ho deciso di provare a giocarci. Più volte ho visto ragazzi uscire dalle sale giochi con borse piene di pelouche, quindi vuol dire che in qualche modo si può vincere.
Ho provato 5 partite e ci ho speso ben 500 yen (4 € e mezzo). Ovviamente IO non ho vinto niente. Si vede che non possiedo la tecnica! Forse bisogna sottoporsi ad un allenamento speciale che dura anni...
Peccato perché avevo adocchiato un bellissimo pupazzino di Chopper (di One Piece) vestito da Goku (di Dragon Ball).


A volte questi Ufo Catcher sanno essere proprio invitanti. Ma una cosa è certa: ti fregano i soldi ben bene!



lunedì 15 dicembre 2008

Il concorso di oratoria in lingua italiana

Sabato pomeriggio sono andata alla mia università perché si teneva un concorso di oratoria in lingua italiana per tutti gli studenti giapponesi che studiavano italiano.


Consisteva nell'esporre alla giuria una propria ricerca con delle considerazioni riguardanti alcuni aspetti a piacere. I più furbi hanno fatto aspetti che riguardavano l'Italia, ma c'è stato anche chi ha fatto cose che non c'entravano niente (tipo lo shopping, ad esempio quella che diceva "Quando sono stressata faccio shopping. Ci sono due tipi di shopping. Per negozi o su internet...")

Alcuni hanno esposto argomenti interessanti e in generale sono stati molto bravi, hanno parlato un italiano quasi sempre corretto e fluente. Per me sarebbe abbastanza difficoltoso fare certi discorsi in giapponese!

Quella che poi ha vinto il primo premio ha parlato degli italiani "mammoni", dicendo che questo termine è spesso usato in maniera sbagliata, soprattutto tradotto in giapponese in maniera sbagliata perché i ragazzi che ha conosciuto lei vivendo a Modena non erano ragazzi "mammoni" dipendenti dalla famiglia, ma completamente autonomi, solo molto attaccati alla famiglia e in particolare alla figura della mamma. Da qui poi ha analizzato il diverso rapporto degli italiani con la famiglia rispetto ai giapponesi.

La ragazza che invece conoscevamo noi ha fatto un discorso sul modo di comportarsi dei giapponesi. Sinceramente la sua conclusione finale non mi è piaciuta un granché e non mi ha convinto. Giustificava il modo di comportarsi dei giapponesi un po' ipocrita, ovvero che non dicono mai le cose come stanno ma usano sempre mezzi termini, parole vaghe, al contrario di noi italiani che abbiamo un carattere più shietto. Conlcudeva dicendo che culturalmente quello è il loro carattere e secondo lei devono preservare la loro cultura.
Ok, punto di vista comprensibile, ma resta che spesso hanno un caratteraccio: tanto gentili di facciata e poi appena ti giri ti pugnalano alle spalle (per non usare altre espressioni volgari...).

E' stato comunque un concorso interessante.
Alla vincitrice hanno regalato un anno di studi presso l'Università di Napoli L'Orientale tutto pagato.

Ma la cosa che mi ha fatto più invidia è stato il premio che hanno dato a tutti i partecipanti: un autentico panettone Bauli.
Vincere la tentazione di prenderglielo e scappare via è stata davvero difficile!

Nella foto c'è anche la bandiera cinese perché quel
giorno c'era anche un concorso sulla lingua cinese...

mercoledì 10 dicembre 2008

Ponyo!

"Gake no ue no Ponyo" (Ponyo sulla scogliera) è l'ultimo film di Hayao Miyazaki, uscito qui in Giappone nel luglio 2008.
Per chi ancora non conoscesse Hayao Miyazaki (ma è quasi impossibile non conoscerlo!) è un famosissimo regista giapponese, quasi una divinità in patria, che ha fondato lo studio di animazione Ghibli ed ha vinto un Oscar per la regia di "La città incantata" e il Leone d'Oro alla carriera nel 2005.


"Gake no ue no Ponyo" è ispirato alla fiaba della Sirenetta. I temi di cui tratta sono l'amicizia tra i due protagonisti (Ponyo, una bambina-pesce, e Sosuke, un bambino che vive su una scogliera sul mare) e l'inquinamento, in particolar modo del mare.
Come stile ricorda un po' Il mio vicino Totoro: temi e personaggi più vicini al mondo dei bambini, totalmente differenti dagli scenari de La principessa Mononoke e Il castello errante di Howl.

Sosuke

Ponyo in versione pesciolino rosso

La casa di Sosuke sulla scogliera

Come linguaggio mi è sembrato molto semplice: io l'ho visto in giapponese e non ho capito proprio tutto, ma come vocabolario mi sembrava abbastanza accessibile ai bambini. Inoltre la popolarità di questo cartone animato tra i bambini conferma questa tesi.
Il doppiaggio giapponese è troppo "kawaii", ovvero "carino"! Spero che in italiano riescano a rendere lo stesso effetto e non credo sarà difficile, vista la quantità di ottimi doppiatori che abbiamo in Italia!

Una nota di merito va sicuramente alla sigla di chiusura, veramente molto bellina!
E' estremamente popolare tra i bambini di tutto il Giappone: da quando sono qui (e sono già passati 3 mesi) l'ho sentita cantare più e più volte per la strada!

Questa è canzone finale e il tema principale di tutto il cartone:




In Italia uscirà ad aprile 2009 e consiglio a tutti di andarlo a vedere al cinema!

martedì 9 dicembre 2008

"I" come... Inarrestabili!

Pioggia, vento, grandine o tempesta... a questi non li ferma nessuno!
Se devono lavorare, non si fanno certo intimorire da problemucci del genere!

Un esempio è l'autista del pullman della scuola superiore annessa alla mia università. Non lo ferma neanche la pioggia! Lui, imperterrito, continua a lavare l'autobus sotto l'ombrello! (La qualità della foto è pessima, è stata fatta col cellulare!)


Un altro esempio peculiare è il cantiere notturno...
Più di una volta mi è capitato di trovarne uno, ma non avevo mai la macchina fotografica a portata di mano. L'altra sera ero appena uscita dal karaoke. Saranno state quasi le 2 di notte. Questo è quello che ho visto all'incrocio:


Incredibile! Per noi italiani abituati a lavori di mesi e mesi per costruire una semplice strada, queste scene sembrano pura fantascienza!

sabato 6 dicembre 2008

Finte geishe?

Oggi sono andata a Gion (un quartiere molto famoso di Kyoto) "a caccia di geishe" da fotografare. Detto in tutta sincerità, una missione del genere è quasi impossibile da portare a termine perché, da quello che ho letto in giro, non è così facile riuscire a beccare una geisha all'aperto, visto che non sono molto propense a farsi fotografare da turisti.

Parcheggiata la bicicletta, raggiungo la via più famosa della zona, la Shirakawa Minami dōri, e cosa vedo?

Lì per lì non riuscivo a crederci! "Caspita che fortuna" ho pensato. "Venire a Gion e beccare subito una maiko da fotografare!". Questo è stato il primo pensiero. (La maiko è un'apprendista geisha che si riconosce dalla geisha per le sofisticate acconciature e gli sgargianti kimono)

Mentre scattavo le foto però mi è sorto un dubbio. Sulla guida c'è scritto che le geishe non si fanno fotografare molto facilmente, mentre questa donna si faceva fotografare addirittura accanto a due signore!
Allora mi è venuto un sospetto: "Non sarà che questa signora si è fatta truccare da geisha per farsi fare le foto ricordo?"
Avevo letto di vari negozi che ti truccano da geisha o da samurai, ti portano a fare un giro fuori e, con tanto di fotografo personale al seguito, ti fanno scattare varie foto ricordo.
Così ho deciso di investigare. Mi sono avvicinata al fotografo e aveva una semplice divisa nera con un nome stampato sulle spalle "Tsujii Planning".


Mi sono appuntata il nome e quando sono arrivata a casa l'ho cercato su internet.
I miei sospetti si sono rivelati fondati! Infatti "Tsujii Planning" è un "Maiko Makeover Studio", ovvero uno studio dove ti vestono da maiko e ti portano fuori con il fotografo per scattarti qualche foto ricordo.
Quindi la maiko che ho fotografato altri non è che una bizzarra signora la quale, nonostante l'età non proprio giovanissima, si è divertita a farsi travestire e magari prendersi gioco di qualche turista spacciandosi per autentica geisha.

Io mi ero accorta del trucco, anche se non ne avevo le prove certe, ma sicuramente loro non lo avranno capito (che io avevo capito) e così sono quasi sicura che dopo tutte le foto che gli ho scattato si saranno fatti tante grasse risate!

Toilet!

Se pensate che in Giappone, dove la tecnologia fa da padrona, nei bagni si trovino solo super sofisticatissimi washlet, non c'è cosa più sbagliata!
La maggior parte dei bagni, soprattutto quelli pubblici (e ce ne sono davvero tanti!) sono provvisti di semplici bagni "alla turca", considerati i più igienici e versatili (visto che vanno bene sia per uomini che per donne).
A differenza del washlet, i bagni alla turca non hanno funzioni tecnologiche come bidet, getto d'aria calda, musica incorporata, etc. Sono semplicemente urinali incassati nel terreno, provvisti di sciacquone, con generalmente due tipi di getto: uno più leggero e uno più potente.
Addirittura Wikipedia cita degli studi secondo i quali bagni come questi danno benefici alla salute: "Si dice che la posizione accasciata aiuti i muscoli della zona pelvica femminile, riducendo le probabilità di incontinenza. Sembra anche che questa posizione rafforzi le anche e migliori la respirazione e la concentrazione, e che renda possibile eliminare una maggiore quantità di rifiuti solidi dal colon".


Insomma, fanno bene alla salute e sono semplicissimi da usare. Tanto semplici che io solo pochi giorni fa ho scoperto il loro uso corretto.
Infatti, contrariamente a quanto pensavo, non bisogna accovacciarsi dando le spalle al lato semisferico e allo sciacquone, ma bisogna dare le spalle alla porta!
Quando ci si abitua alle cose sofisticate, anche quelle più semplici possono poi rivelarsi un problema...

Ultima cosa. Sempre in tema di bagni.
Queste erano le indicazioni dei bagni al villaggio dei ninja di Iga. Sono così belline!


mercoledì 3 dicembre 2008

Banana-daietto

Ne avevo sentito parlare per la prima volta sul blog di Fabio.
Pochi giorni dopo ho sentito dire che una professoressa della mia attuale università (ma di un altro corso) la segue assiduamente.
Poi sono andata al supermercato e mi sono accorta che le banane erano veramente terminate.

La dieta della banana pare che abbia fatto un successone in tutto il Giappone.
Eppure a me pare così assurda...

La dieta consiste nel mangiare una banana o due a colazione e berci un bicchiere d'acqua a temperatura ambiente. Per il resto della giornata poi puoi mangiare tutto quello che vuoi, tanto la banana a colazione regola il metabolismo e aiuta la digestione. Altre semplici regole da abbinare a questa fondamentale sono: non bere alcolici, non mangiare dessert dopo i pasti e non mangiare dopo le 8 di sera.

Questa dieta ha fatto talmente successo che da giugno è stata aumentata la quantità di banane importate del 25%. E, nonostante ciò, ci sono stati dei giorni in cui pareva impossibile trovare le banane al supermercato.

Secondo il giornale "Kansai Scene" di questo mese, già altre diete negli ultimi 30 anni hanno sortito effetti simili in Giappone: si va dalla dieta della mela, alla dieta del peperoncino, dalla dieta del latte di soia, alla dieta del cacao. Ci sono state inoltre le diete a base di succo di carota, banana e uovo lesso, tè Oolong, konnyaku (una pianta dalla quale si ricava la gelatina) ed infine la terribile dieta a base di natto (alimento giapponese prodotto attraverso la fermentazione dei semi di soia, che pare sia veramente cattivo).

Dire che la migliore dieta sarebbe mangiare diversi tipi di alimenti, tanta frutta e verdura e fare tanto movimento, mi sembra una cosa abbastanza scontata e sinceramente non capisco come la gente si faccia abbindolare così facilmente da diete del genere...

Comunque, se qualcuno è interessato, il sito della dieta della banana è questo.

Per quanto mi riguarda, spero solo di non dover fare il giro delle sette chiese per trovare delle banane una volta tanto che decido di mangiarle!

domenica 30 novembre 2008

"Onsen": le terme giapponesi

Si vedono spesso nei cartoni animati: le onsen sono le terme giapponesi, vasche d'acqua calda all'aperto e al coperto, generalmente mete turistiche sia di stranieri che di giapponesi stessi.
Come dice Wikipedia, le onsen usano "acque calde riscaldate geotermicamente, generalmente per fenomeni di origine vulcanica" che spesso hanno proprietà minerali.

La particolarità delle onsen è che non ci si può immergere nell'acqua con il costume, ma rigorosamente nudi e, proprio per questo motivo, nella maggior parte delle onsen, uomini e donne sono separati.

Noi siamo andati in una di queste stazioni termali a Kyoto: non so di preciso la zona perché ci ha portati un amico con la macchina.
In questa onsen, l'ingresso nei giorni festivi e nei weekend è di 1000 yen a persona, (attualmente 8 €) più 200 yen per l'asciugamano se uno non se l'è portato da casa.
Dopo essersi tolti le scarpe all'entrata, siamo andati alla reception dove ci hanno dato un braccialetto contenente la chiave del nostro armadietto. Poi, salutando i maschietti, noi ragazze siamo andate nella sezione femminile, dove ci siamo spogliate e abbiamo messo tutti i vestiti nel nostro armadietto.

Devo ammettere che lì per lì è stato un po' imbarazzante: era la prima volta che andavamo alle terme e non sapevamo bene come funzionava. Essendo poi le uniche occidentali, ci sentivamo un po' a disagio. Per fortuna alcune signore si sono messe a chiacchiera con noi e abbiamo rotto un po' il ghiaccio con l'ambiente. Poi, visto che comunque tutte le persone lì erano nude, ci siamo fatte coraggio e siamo andate verso le vasche.

Grazie alle nostre conoscenze derivate dai cartoni animati, sapevamo che dovevamo lavarci, prima di immergerci nell'acqua.
Ci sono delle speciali postazioni dove ci si siede, ci si insapona da capo a piedi e poi ci si sciacqua con l'apposita tinozza. Dopodiché, si è pronti per entrare nelle vasche.


(Immagine illustrativa trovata su internet)

Con indomito coraggio, mi sono immersa nella prima vasca che ho trovato, accorgendomi troppo tardi che la temperatura di quella vasca era 40,8 gradi!!!
In un primissimo tempo, lo starci è una sensazione piacevole, ma dopo qualche minuto si inizia ad avvertire l'alta temperatura e sembra di stare lì a bollire come un uovo lesso...
Quindi mi sono alzata e mi sono andata a stendere nella parte esterna dove, oltre alle vasche, ci sono anche una sorta di asciugamani per terra.
Anche se quel giorno era freddo, dopo essersi immersi nell'acqua a quaranta gradi, è molto rilassante stare fuori all'aria aperta!

Poi ho provato la sauna. C'erano due tipi di saune: una "soft" e una con i sali minerali. Io ho optato per quella soft, visto che non avevo mai fatto una sauna in vita mia.
Dentro sono resistita... 3 minuti!!!
C'era 70° e mi sentivo svenire! E così, il piano di dimagrire tramite la sauna è andato in fumo...

Poi è stata la volta dell'idromassaggio, ma anche lì l'acqua è caldissima e quindi dopo poco bisogna uscire, altrimenti si sta male.

Prima di andare via, ci si sciacqua di nuovo con l'acqua del rubinetto e poi ci si può rivestire. C'è anche la sala dove ci sono una sfilza di specchi in fila, con tanto di spazzole e phon, per sistemarsi prima di uscire.

Alla fine della giornata ero stanchissima! Eppure non mi sembrava così stancante stare a sguazzare nell'acqua calda...
Per fortuna le onsen sono attrezzatissime e non manca certo il punto ristoro: così se hai perso qualche chilo nella sauna dopo tanti sforzi, puoi benissimo recuperarlo.


Entrata dell'onsen.
Dentro, per ovvi motivi, non ho potuto scattare foto...

sabato 29 novembre 2008

Che vita sarebbe senza...


Nutella!!!

Dopo un lungo girovagare, sono finalmente riuscita a trovarla!
Il negozio si trova vicino Kawaramachi, l'ho trovato casualmente! E' un negozio specializzato in prodotti importati dall'estero: si trovano vini, formaggi, salumi e altri prodotti come dolciumi.
Di italiano ho notato i Baci Perugina e il Pandoro Bauli!
E quanto costava il Pandoro Bauli??
Ben 4.000 Yen, ovvero poco più di 30 euro!!!


La Nutella invece era decisamente più economica... 500 yen, sui 4 euro.
Ho la vaga sensazione che la fabbrichino qui in Giappone perché le etichette sono in giapponese e la confezione è di plastica (mentre da noi è di vetro). Non ho avuto modo di indagare leggendo l'etichetta, ci sono troppi ideogrammi che non conosco!


Comunque, ovunque essa sia stata fabbricata, il gusto è ugualissimo alla Nutella italiana e questa è la cosa più importante!

Ho solo un rammarico... dovrò rinunciare all'idea di festeggiare il Natale con il pandoro!

domenica 23 novembre 2008

Kiyomizudera

Il Kiyomizu-dera è un tempio buddista tra i più famosi di Kyoto ed appartiene al patrimonio dell'UNESCO. Le sue origini risalgono al 798, ma gli edifici attuali sono stati ricostruiti nel 1633.
Il suo nome deriva dalla cascata che gli scorre vicino, infatti "Kiyomizu" significa "acqua pura".


Questo tempio è famoso per la sua veranda che si affaccia su una vallata ed è sorretta da una struttura di legno alta 13 metri. Da qua si può vedere una panoramica di Kyoto che è particolarmente bella in questo periodo, a fine autunno, quando le foglie degli aceri diventano rosse.


Un'altra particolarità del tempio è la cascata Otowa, dalla quale sgorgano tre ruscelli e si dice che, bevendo queste l'acqua che sgorga da queste fonti, si ottenga longevità, salute e saggezza. Forse è per questo motivo che lì davanti c'era una fila impressionante di gente...


Il motivo principale per cui siamo andati al Kiyomizudera di questi tempi era per fotografare questo kōyō, ovvero l'arrossarsi delle foglie degli aceri giapponesi (che si chiamano "momiji").
Purtroppo siamo stati sfortunati perché la giornata non era delle migliori: molto nuvolosa e, in serata, anche piovosa, quindi i colori delle foto ne hanno risentito un po'!


mercoledì 19 novembre 2008

Il palazzo imperiale di Kyoto

Kyoto, essendo stata la capitale imperiale del Giappone per più di 1000 anni, dal 794 al 1867 (prima di Kyoto la capitale fu Nara e successivamente Tokyo), ha un suo palazzo imperiale.
Generalmente, per accedere al palazzo imperiale di Kyoto, bisogna fare una trafila abbastanza noiosa, ovvero andare all'Imperial Household Agency, un ufficio adiacente al palazzo, e richiedere il permesso speciale. Questa settimana però è stato aperto al pubblico e quindi siamo potuti entrare tranquillamente senza dover richiedere permessi o altro.

L'area del palazzo imperiale è circa 110.000 metri quadrati perché, oltre al palazzo, vi sono i giardini aperti al pubblico, anche di notte, un posto ideale per passeggiate, attività fisiche o picnic. Una volta, nell'area attualmente occupata dai giardini, si trovavano molti edifici dove vi risiedevano i parenti della famiglia imperiale e altri nobili ma, dopo che la capitale fu trasferita a Tokyo, vennero abbandonati e gradualmente distrutti.

Per quanto riguarda il palazzo imperiale, in realtà si tratta di una seconda residenza imperiale. Infatti, siccome spesso gli edifici venivano danneggiati da incendi e il primo palazzo imperiale subì la stessa sorte, questo secondo palazzo era stato costruito a 2 chilometri di distanza circa dal primo come residenza temporanea, in attesa della restaurazione degli edifici originari. Dopodiché, questo secondo edificio, chiamato Tsuchimikado-Higashinotoin-dono, divenne il palazzo ufficiale.




Tutta l'area del palazzo imperiale ha ben 6 cancelli di ingresso, ognuno dei quali veniva designato ad una determinata categoria. Ad esempio, il cancello a sud che si chiama Kenrei-mon, era quello principale e serviva per l'imperatore. Inoltre c'era il cancello per i funzionari di corte quello per i nobili e i parenti dell'imperatore e quello per i bambini della famiglia imperiale (vicino agli edifici ad essi designati).

L'edificio principale di tutta l'area è il Shishin-den, dove venivano svolte le cerimonie principali, incluse le incoronazioni e i rituali annuali. Oltre ad essere un luogo importante, ha anche una struttura particolare che appartiene ad uno stile architettonico chiamato Shinden, ed ha il tetto fatto di strati di corteccia di cipresso, rivestiti di paglia. (Con edifici fatti di questo materiale, ci credo che ogni tre per due prendeva tutto fuoco!)


Tecnica di costruzione del tetto

Un altro edificio importante è il Kogosho, a nord est dello Shishin-den. Letteralmente significa "piccolo palazzo imperiale" e veniva usato principalmente per le cerimonie dei principi ereditari. E' una sala famosa perché il 9 dicembre 1867 fu deciso proprio qui di dare inizio alla Restaurazione Meiji, un radicale cambiamento nella struttura sociale e politica del Giappone.

Di fronte al Kogosho c'è il giardino Oike-niwa, la parte del palazzo imperiale che mi è piaciuta di più di tutte. Nonostante non sia visitabile al suo interno, penso che sia bellissimo poterci passeggiare. Dall'esterno si nota con quanta cura è stato progettato in tutti i suoi particolari, dalla disposizione delle rocce al caratteristico ponte che si intravede.


Tra le altre aree del palazzo imperiale, qualcuna più importante altre meno, mi ha colpito una piccola zona quadrata che veniva utilizzata per il Kemari.
Cos'è il Kemari?
Il Kemari è uno sport molto simile al calcio molto popolare in Giappone nel periodo Heian (794 - 1185), che deriva da un gioco cinese, il Cuju. Viene usata una palla di pelle di daino, riempita di cereali e il gioco consiste nel passarsela calciandola senza farla cadere.
Ho trovato su YouTube un video che mostra questo gioco.

Ultima considerazione: gli aceri non sono diventati ancora del tutto rossi! Però ogni tanto si riescono ad intravedere alberi che sono già "arrossiti"...
Spero che dopodomani, quando andrò al Kiyomizudera, luogo famoso per i suoi aceri rossi in autunno, questi alberi mi diano un po' più di soddisfazione! (e più che altro me la dia la macchina fotografica...)