lunedì 15 dicembre 2008

Il concorso di oratoria in lingua italiana

Sabato pomeriggio sono andata alla mia università perché si teneva un concorso di oratoria in lingua italiana per tutti gli studenti giapponesi che studiavano italiano.


Consisteva nell'esporre alla giuria una propria ricerca con delle considerazioni riguardanti alcuni aspetti a piacere. I più furbi hanno fatto aspetti che riguardavano l'Italia, ma c'è stato anche chi ha fatto cose che non c'entravano niente (tipo lo shopping, ad esempio quella che diceva "Quando sono stressata faccio shopping. Ci sono due tipi di shopping. Per negozi o su internet...")

Alcuni hanno esposto argomenti interessanti e in generale sono stati molto bravi, hanno parlato un italiano quasi sempre corretto e fluente. Per me sarebbe abbastanza difficoltoso fare certi discorsi in giapponese!

Quella che poi ha vinto il primo premio ha parlato degli italiani "mammoni", dicendo che questo termine è spesso usato in maniera sbagliata, soprattutto tradotto in giapponese in maniera sbagliata perché i ragazzi che ha conosciuto lei vivendo a Modena non erano ragazzi "mammoni" dipendenti dalla famiglia, ma completamente autonomi, solo molto attaccati alla famiglia e in particolare alla figura della mamma. Da qui poi ha analizzato il diverso rapporto degli italiani con la famiglia rispetto ai giapponesi.

La ragazza che invece conoscevamo noi ha fatto un discorso sul modo di comportarsi dei giapponesi. Sinceramente la sua conclusione finale non mi è piaciuta un granché e non mi ha convinto. Giustificava il modo di comportarsi dei giapponesi un po' ipocrita, ovvero che non dicono mai le cose come stanno ma usano sempre mezzi termini, parole vaghe, al contrario di noi italiani che abbiamo un carattere più shietto. Conlcudeva dicendo che culturalmente quello è il loro carattere e secondo lei devono preservare la loro cultura.
Ok, punto di vista comprensibile, ma resta che spesso hanno un caratteraccio: tanto gentili di facciata e poi appena ti giri ti pugnalano alle spalle (per non usare altre espressioni volgari...).

E' stato comunque un concorso interessante.
Alla vincitrice hanno regalato un anno di studi presso l'Università di Napoli L'Orientale tutto pagato.

Ma la cosa che mi ha fatto più invidia è stato il premio che hanno dato a tutti i partecipanti: un autentico panettone Bauli.
Vincere la tentazione di prenderglielo e scappare via è stata davvero difficile!

Nella foto c'è anche la bandiera cinese perché quel
giorno c'era anche un concorso sulla lingua cinese...

1 commento:

Teresa Alberini ha detto...

potevi travestirti da giiapponese e intrufolarti per conquistare il bauli!! caspita il primo premio era tanta roba... da noi con il cavolo che esistono queste cose.