Martedì della settimana scorsa a scuola era festa e siamo andati con i nostri amici giapponesi a Kobe, città originaria di uno di loro.
Kobe l'ho conosciuta per la prima volta leggendo il libro di Dacia Maraini "La nave per Kobe, diari giapponesi di mia madre", un libro molto bello che parla dell'esperienza di Dacia e della sua famiglia in Giappone, prima e durante la seconda guerra mondiale.
La prima tappa è stata lo zoo, perché Silvia voleva assolutamente vedere un panda vero.
Secondo me, lo zoo di Kobe è tenuto molto meglio rispetto allo zoo di Kyoto, anche se rimane la crudeltà di tenere in gabbie troppo piccole questi poveri animali.
Almeno il panda non era in una gabbia, ma in uno spazio all'aperto, seppur sempre recintato da un filo spinato.
Poi ci hanno portato in un locale per assaggiare un cibo tipico (ed economico) di Kobe. Gli akashiyaki sono simili ai takoyaki, ovvero hanno entrambi pezzetti di polpo al loro interno, però hanno un impasto leggermente diverso, che assomiglia a quello delle nostre frittate.
Sebbene ce lo abbiano presentato come un piatto tipico di Kobe, solo dopo ho scoperto che in realtà è un piatto tipico di Akashi, un paese ad ovest di Kobe.
Successivamente, speravamo di andare a visitare le case degli stranieri che sono vissuti a Kobe, come ci avevano promesso questi amici giapponesi, e invece ci hanno portato a fare shopping, pensando di farci cosa gradita (quando in realtà a noi non interessava affatto).
Questa zona commerciale (probabilmente la più importante di Kobe) è vicina al porto. Ci sono una serie di gallerie con vari negozi che vendono prodotti tipicamente giapponesi e non.
Ho letto su wikipedia che Kobe è rinomata per essere una delle città più importanti in Giappone per quanto riguarda il mondo della moda e questo forse spiega la grande quantità di negozi di abbigliamento.
La cosa che mi ha colpito è che era già tutto addobato a festa. Ovunque c'erano alberi di Natale e cartelloni con scritte "Merry Christmas". E pensare sono solo i primi di novembre...
Dopo la zona commerciale della città, ci hanno portato a visitare il porto di Kobe, quando era già buio, perché di notte è più bello.
Il porto di Kobe è particolare per gli edifici (dal mio punto di vista) stravaganti che di notte vengono illuminati a giorno.
Il più imponente tra questi edifici è la torre di Kobe, una struttura alta poco più di 100 metri, accanto alla quale trova l'Oriental Hotel, un hotel di lusso dalla struttura bizzarra.
Però, quello che mi ha colpito di più, si trova proprio tra questi due grandi edifici.
E' il Meriken Park, una sorta di piazza che ricorda il terribile terremoto del 1995, 7.3 gradi della scala Richter, che distrusse gran parte della città, causando la morte di 6000 persone.
Per commemorare questo avvenimento, hanno lasciato un pezzo di banchina distrutta e hanno allestito una sorta di mostra permanente dove, con foto e video, vengono mostrati gli effetti di quel terremoto e successiva ricostruzione della città.
Credo che abbiano fatto bene a lasciare immutato questa parte del porto per ricordare il terremoto del 1995. Conoscendo la mentalità dei giapponesi che a volte tendono a cancellare gli avvenimenti tragici o scomodi della loro storia (vedi la vicenda connessa alla bomba atomica, che alcuni vogliono dimenticare), non mi aspettavo che costruissero un memoriale per questo tragico avvenimento della storia di Kobe. A questo punto credo che questo parco non serva tanto per ricordare una vicenda drammatica, quanto la grande forza di questa gente che in pochi anni ha ricostruito tutto come prima.
4 commenti:
Kobe è davvero una bella città da visitare!
ho visto che è lontanuccio da Kyoto, immagino siete andati in treno...
devi parlarci dei super treni jappo, allora! ;D
Complimenti ai giapponesi, se in soli 13 anni hanno ricostruito tutta la città e anche un memoriale. Se erano italiani stavano ancora nei containers
@supersayenix: non siamo andati col super treno (immagino tu ti riferisca allo shinkansen)...
Erano semplici treni, però all'interno molto simili ai nostri tram, più che ai nostri treni ^^
@sara: da questo punto di vista ci sarebbe molto da imparare dai giapponesi...
sìsì dicevo dei superveloci
infatti all'interno sembrano davvero più dei tram!
@sara: parole sante!
Posta un commento