E' un posto molto famoso ed è soprattutto molto fotografato: nelle immagini delle guide sul Giappone è praticamente onnipresente.
Il tempio si trova ai piedi di una collina, che si chiama "Inari". Inari è il nome del kami (divinità shintoista) della fertilità, del riso e dell'agricoltura, ed è spesso associato alle volpi (kitsune), che sono sue messaggere. Infatti il tempio, essendo dedicato al kami Inari, è pieno di statue di volpi.
La particolarità di questo tempio consiste nel percorso , lungo 4 chilometri, che si snoda fino alla vetta della collina per poi riscendere ed è tutto delimitato da migliaia (ho letto che sono circa 30 mila) torii rossi. I torii sono i portali che indicano l'accesso ad un tempio shintoista e generalmente sono di pietra oppure di legno colorato di rosso vermiglio.
Durante il percorso ci sono tanti piccoli templi dove spesso abbiamo trovato credenti a pregare e dei punti di ristoro con caratteristici ristoranti giapponesi.
E' davvero una bella esperienza percorrere tutto il sentiero che porta fino alla vetta della collina, però non nascondo che sia abbastanza faticoso, essendo quasi tutto in salita. Inoltre, se questo tempio viene visitato nei giorni festivi (come è successo a me), si rischia di trovare tantissima gente che distrae dall'atmosfera suggestiva del luogo.
E' un tempio molto popolare, anche tra i giapponesi. Mi hanno colpito soprattutto due cose:
1) la prima è che, appena siamo arrivati nel tempio principale alla base della collina, c'erano molte famiglie con i propri bambini vestiti col kimono ai quali facevano fare una foto ricordo da un fotografo professionista;
2) la seconda è la quantità di origami a forma di gru appese in una sezione apposita del tempio. E' consuetudine nella tradizione giapponese realizzare "grappoli" di mille gru di carta che vengono portati al tempio per chiedere alla divinità di esaudire le proprie preghiere, come ad esempio guarire da una malattia o superare un esame.
L'aspetto che mi affascina molto dello shintosimo è questa religiosità strettamente legata alle divinità e alla natura, che dal nostro punto di vista occidentale può apparire un po' primitiva perché a tratti ricorda la nostra mitologia. Inoltre noto una serenità nel vivere la spiritualità, anche grazie alla natura che fa da intermediaria tra divinità e uomo, che non trovo spesso nelle nostre religioni, soprattutto nel cattolicesimo, il quale spesso fa uso di immagini cupe e violente (per fare un esempio, la via crucis e tutti i martirii dei santi).
Il tempio si trova ai piedi di una collina, che si chiama "Inari". Inari è il nome del kami (divinità shintoista) della fertilità, del riso e dell'agricoltura, ed è spesso associato alle volpi (kitsune), che sono sue messaggere. Infatti il tempio, essendo dedicato al kami Inari, è pieno di statue di volpi.
La particolarità di questo tempio consiste nel percorso , lungo 4 chilometri, che si snoda fino alla vetta della collina per poi riscendere ed è tutto delimitato da migliaia (ho letto che sono circa 30 mila) torii rossi. I torii sono i portali che indicano l'accesso ad un tempio shintoista e generalmente sono di pietra oppure di legno colorato di rosso vermiglio.
Durante il percorso ci sono tanti piccoli templi dove spesso abbiamo trovato credenti a pregare e dei punti di ristoro con caratteristici ristoranti giapponesi.
E' davvero una bella esperienza percorrere tutto il sentiero che porta fino alla vetta della collina, però non nascondo che sia abbastanza faticoso, essendo quasi tutto in salita. Inoltre, se questo tempio viene visitato nei giorni festivi (come è successo a me), si rischia di trovare tantissima gente che distrae dall'atmosfera suggestiva del luogo.
E' un tempio molto popolare, anche tra i giapponesi. Mi hanno colpito soprattutto due cose:
1) la prima è che, appena siamo arrivati nel tempio principale alla base della collina, c'erano molte famiglie con i propri bambini vestiti col kimono ai quali facevano fare una foto ricordo da un fotografo professionista;
2) la seconda è la quantità di origami a forma di gru appese in una sezione apposita del tempio. E' consuetudine nella tradizione giapponese realizzare "grappoli" di mille gru di carta che vengono portati al tempio per chiedere alla divinità di esaudire le proprie preghiere, come ad esempio guarire da una malattia o superare un esame.
L'aspetto che mi affascina molto dello shintosimo è questa religiosità strettamente legata alle divinità e alla natura, che dal nostro punto di vista occidentale può apparire un po' primitiva perché a tratti ricorda la nostra mitologia. Inoltre noto una serenità nel vivere la spiritualità, anche grazie alla natura che fa da intermediaria tra divinità e uomo, che non trovo spesso nelle nostre religioni, soprattutto nel cattolicesimo, il quale spesso fa uso di immagini cupe e violente (per fare un esempio, la via crucis e tutti i martirii dei santi).
4 commenti:
che bello...deve essere emozionante visitare questi posti che si sono conservati così nel tempo...
Ehi, le mille gru! Come ne "Il gran sole di Hiroshima"... Alla fine c'e' una parte bellissima in cui le citano!
(libro bellissimo, peraltro)
Ciao Ale :)
Dario (a circa -12 ore)
Allora, vediamo un po', ho rispolverato per l'occasione il quaderno di storia del giardino e del paesaggio...
SAKUTEIKI: "annotazioni per l'arte di comporre i giardini", è il primo manuale sull'arte dei giardini (1028-1094);
NIWA: giardino (lett. area cosparsa di ciottoli bianchi";
YUNIWA: g. davanti e un santuario;
ONIWA: g. usato a fini profani, vicina alle case della nobiltà;
SAKITEI: g. con pietre nei monasteri, sinonimo di
KARESANSUI: g. asciutto, caratteristico dei g. zen;
ROJI: g. del tè, connesso al padiglione del tè per il cerimoniale di preparazione della bevanda;
SHINCHI: lago;
KAMIJIMA: isola sacra agli spiriti di natura.
un altro incantevole tempio, che bello!
e i 4 km di torii sono davvero suggestivi!
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