, seppur coi velocissimi treni giapponesi, gli Shinkansen, per raggiungere Hiroshima da Nikko.
A questo proposito, voglio parlare degli Shinkansen.
Gli
Shinkansen sono i treni ad alta velocità giapponesi. Hanno una forma aerodinamica che gli hanno valso il nome di "
treni proiettile" ed hanno un tracciato ferroviario specifico, ovvero non possono percorrere i tracciati dei normali treni. Inutile dire che sono
puntualissimi ed efficientissimi, oltre ad essere molto
sicuri e
puliti.

Al suo interno i sedili sono sempre rivolti verso la direzione di percorrenza, è sempre presente il servizio "ristoro" con una hostess che passa con il carrellino tra gli scompartimenti. Sono presenti carrozze di vari tipi: quelle riservate, quelle non riservate, fumatori e non fumatori, addirittura la carrozza silenziosa dove non verranno trasmessi annunci (presenti in tutte le altre carrozze). All'inizio e alla fine dei vagoni ci sono, oltre ai bagni, anche i distributori automatici e delle particolari salette private che si possono usare ad esempio se si sta male o per cambiarsi d'abito, previa autorizzazione del personale di bordo.
Inoltre, sullo schienale di ogni seggiolino è possibile consultare lo schema delle carrozze del treno per trovare subito il servizio del quale si ha bisogno.

Gli efficienti Shinkansen (abbiamo fatto 2 cambi) ci hanno portato a Hiroshima per le 17. Da qui abbiamo preso il treno locale che ci ha portato al porticciolo dove abbiamo subito trovato la navetta per Miyajima, un'isoletta poco distante dalla costa.
Miyajima è considerata una delle tre più belle viste del Giappone. Il suo
torii (portale dei santuari shintoisti) nell'acqua è molto famoso e suggestivo.
Siamo arrivati a Miyajima che stava tramontando il sole.

Sbarcati sull'isoletta ci hanno subito accolto i
cervi, i quali vengono lasciati liberi a gironzolare per le strade (senza che nessuno faccia loro del male!).
L'accoglienza dei cervi è stata alquanto bislacca: mi hanno afferrato la cartina di Miyajima che avevo distrattamente appoggiato sulla valigia e se la sono mangiata tutta...

Lasciate le valigie all'albergo, abbiamo fatto un giretto per l'isola. Non siamo stati capaci di trovare un posto per cenare. Era tutto chiuso! Probabilmente d'inverno non ci sono molti turisti la sera e per questo i locali non stanno aperti...
Abbiamo fatto un giretto verso il santuario e poi siamo tornati all'albergo per rimandare il giro al giorno dopo.

La mattina successiva era finalmente tutto aperto! Sia ristoranti che negozi di souvenir! Finalmente un po' di vita...
Il santuario shintoista sul mare, che si chiama
Itsukushima Jinja risale al VI secolo. E' molto suggestivo quando c'è l'alta marea perché pare galleggiare sull'acqua. Purtroppo quando sono andata io non ho potuto ammirarlo in questo momento, ma ho avuto la fortuna di scattare la fotografia ad un cervo che stava attraversando il terreno bagnato di fronte al famoso Torii.


Dopo il tour di Miyajima, abbiamo ripreso il traghetto alla volta di
Hiroshima. Purtroppo avevamo poco tempo perché lo Shinkansen per Kyoto sarebbe partito a metà pomeriggio, quindi abbiamo dovuto correre per poter riuscire a visitare il memoriale.
Il Memorial Park di Hiroshima è dominato dai resti della
Camera di produzione industriale, ridenominata "
A-bomb Dome", un'immagine ormai tristemente nota.

Nel parco si trova inoltre una
fiaccola che simbolicamente continuerà ad ardere finché non ci saranno più bombe atomiche sulla faccia della Terra. Oltre alla fiaccola si trovano vari monumenti per ricordare le vittime della bomba atomica. Tra questo anche il monumento in ricordo di
Sadako, la bambina che, sopravvissuta all'esplosione della bomba atomica, morì poi a 12 anni in seguito alle radiazioni emesse dalla bomba. La storia di Sadako è connessa alla tradizione dei
senbatsuru, ovvero le
1000 gru di origami, che vengono realizzate per augurare felicità o guarigione da una malattia. Sadako, venuta a conoscenza della leggenda da un'amica, aveva iniziato a realizzare le gru perché credeva che così facendo avrebbe posto fine a tutte le sofferenze ed avrebbe curato i malati del mondo, ma non riuscì a concludere le 1000 gru.
Per questo, nel parco di Hiroshima, il monumento a lei dedicato la raffigura mentre tende una grande gru dorata verso il cielo.