Visto che oggi è stata una noiosissima giornata passata all'orientamento universitario e l'unica cosa divertente che ho fatto è stata mangiare udon, ma un altro post sul cibo non mi fa proprio voglia di scriverlo, descriverò un po' la mia super-cameretta.
Innanzitutto la mia residenza attuale è all'interno di uno dei College Residence della Kyoto Gaikokugo Daigaku, ovvero l'Università di Lingue Straniere di Kyoto.
Ogni residenza ha degli appartamentini, dei monolocali, con varie utilità.
La mia camera è grande 42 metri quadrati e principalmente consiste in un corridoio che porta alla stanza principale dove c'è il letto, l'armadio e la scrivania.
Lungo il corridoio c'è sulla sinistra un cucinotto, mentre sulla destra c'è il wc, la doccia, il lavandino del bagno e la lavatrice.
La figata delle case giapponesi che non può assolutissimamente mancare è lo scalino subito dopo la porta, ovvero il posto nel quale bisogna togliersi le scarpe e mettersi le ciabatte!
Mi raccomando, se andate in Giappone, toglietevi le scarpe! Io la prima volta non l'ho fatto perché sinceramente non ci pensavo, e la ragazza giapponese che mi stava facendo vedere la stanza mi ha fulminato con lo sguardo manco fossi un extraterrestre.
Innanzitutto la mia residenza attuale è all'interno di uno dei College Residence della Kyoto Gaikokugo Daigaku, ovvero l'Università di Lingue Straniere di Kyoto.
Ogni residenza ha degli appartamentini, dei monolocali, con varie utilità.
La mia camera è grande 42 metri quadrati e principalmente consiste in un corridoio che porta alla stanza principale dove c'è il letto, l'armadio e la scrivania.
Lungo il corridoio c'è sulla sinistra un cucinotto, mentre sulla destra c'è il wc, la doccia, il lavandino del bagno e la lavatrice.
La figata delle case giapponesi che non può assolutissimamente mancare è lo scalino subito dopo la porta, ovvero il posto nel quale bisogna togliersi le scarpe e mettersi le ciabatte!
Mi raccomando, se andate in Giappone, toglietevi le scarpe! Io la prima volta non l'ho fatto perché sinceramente non ci pensavo, e la ragazza giapponese che mi stava facendo vedere la stanza mi ha fulminato con lo sguardo manco fossi un extraterrestre.
Come già detto prima, sulla destra si trova subito il cucinotto.
La cosa differente dall'Italia sono i fornelli. Qui non sono con la fiamma come siamo abituati noi, ma c'è una piastra che si riscalda con l'elettricità. Li trovai così anche in Irlanda... non so il motivo preciso per cui usano la piastra anziché i fornelli come i nostri, ma una volta lessi non mi ricordo dove che probabilmente era legato all'innata fobia nei confronti del fuoco (in passato, in Giappone le case erano di legno).
Sulla sinistra ci sono la doccia, il lavandino ed una piccola lavatrice.
Sulla sinistra ci sono la doccia, il lavandino ed una piccola lavatrice.
La lavatrice non lava un accidenti! Da quello che ho capito funziona con l'acqua fredda e non c'è la possibilità di regolare la temperatura dell'acqua, a meno che non ci sia qualche display nascosto che non ho ancora trovato... Mi è pure capitato di dover lavare i panni due volte!
Proseguendo si trova la stanza principale con letto, armadio, tavolino basso (alla giapponese), una mini poltroncina e la scrivania. Come ultima utilità c'è il condizionatore. Sebbene io non sia molto favorevole all'uso sfrenato di condizionatori, visto che consumano un sacco di energia e che sputano all'esterno aria calda (quindi con tanti condizionatori accesi si aumenta pure la temperatura esterna), qui a Kyoto d'estate è quasi indispensabile, purché se ne faccia un uso cosciente, perché è davvero tanto afoso!
Oltre la cameretta c'è il terrazzino che dà sulla strada, una tipica stradina giapponese che ricorda un po' quelle di Ranma½, con i tetti in stile orientale e le porte di ingresso scorrevoli. Una bruttura delle strade giapponesi però è che ci sono troppi cavi dell'elettricità. Non so ancora come mai qui ci sono tantissimi cavi e da noi no, ma vedrò di informarmi...
La vista dal mio terrazzo non è proprio il massimo... poi nella foto appare anche più brutta di quanto in realtà non sia! Le zone circostanti sono comunque più carine!
Sulla strada si vede anche il distributore di lattine... qui in Giappone ce ne sarà uno ogni 300-400 metri!
La vista dal mio terrazzo non è proprio il massimo... poi nella foto appare anche più brutta di quanto in realtà non sia! Le zone circostanti sono comunque più carine!
Sulla strada si vede anche il distributore di lattine... qui in Giappone ce ne sarà uno ogni 300-400 metri!
Come argomento finale ho lasciato proprio lui... il bellissimo, divertentissimo, pulitissimo washlet!
Lo washlet è la fusione delle parole "washing" e "toilet" ed è stato inventato dalla ditta giapponese Toto. Consiste in un water come il nostro, più un controller che permette di attivare varie funzioni tra cui getto d'acqua, getto d'aria e riscaldamento della tavoletta (il mio water non ha il getto d'aria). Ho letto sul sito della Toto che altri bagni più evoluti hanno anche la possibilità di riprodurre dei rumori (come il rumore dello sciaquone) per coprire i rumori della pipì o il "plof" di altri bisogni più ingombranti.
Il comando base è comunque il lavaggio del sedere dopo aver fatto i bisogni. Sono previste addirittura due funzioni distinte per i vari sessi: bidet per donne e bidet per uomo. Io li ho provati tutti e due e sinceramente non capisco quale sia la differenza... forse quello per donne offre un getto d'acqua "più ampio"...
Ah, ovviamente si può anche controllare la temperatura e l'intensità dell'acqua spruzzata!
Da notare che nella foto non sono presenti tutti i comandi del mio washlet perché li ho scoperti dopo (sono quelli relativi alla temperatura dell'acqua e della tavoletta).
Il tocco di classe dello washlet, e qui si vede tutta la genialità dei giapponesi, consiste però nel mini lavandino posizionato sopra la "cassa" dello sciacquone.
Dopo aver fatto i bisogni, si tira lo sciacquone e il rubinetto posizionato sopra il water butta fuori acqua per lavarsi le mani. L'acqua che viene gettata fuori va a ricaricare la cassa dello sciacquone, cosicché viene utilizzata sia per lavare le mani che per lo sciacquone successivo.
Oltre ad essere una ganzata assurda è anche un modo intelligente per limitare lo spreco di acqua.
Per adesso è tutto, mi rimetto a studiare che domani ho l'esame!
Lo washlet è la fusione delle parole "washing" e "toilet" ed è stato inventato dalla ditta giapponese Toto. Consiste in un water come il nostro, più un controller che permette di attivare varie funzioni tra cui getto d'acqua, getto d'aria e riscaldamento della tavoletta (il mio water non ha il getto d'aria). Ho letto sul sito della Toto che altri bagni più evoluti hanno anche la possibilità di riprodurre dei rumori (come il rumore dello sciaquone) per coprire i rumori della pipì o il "plof" di altri bisogni più ingombranti.
Il comando base è comunque il lavaggio del sedere dopo aver fatto i bisogni. Sono previste addirittura due funzioni distinte per i vari sessi: bidet per donne e bidet per uomo. Io li ho provati tutti e due e sinceramente non capisco quale sia la differenza... forse quello per donne offre un getto d'acqua "più ampio"...
Ah, ovviamente si può anche controllare la temperatura e l'intensità dell'acqua spruzzata!
Da notare che nella foto non sono presenti tutti i comandi del mio washlet perché li ho scoperti dopo (sono quelli relativi alla temperatura dell'acqua e della tavoletta).
Il tocco di classe dello washlet, e qui si vede tutta la genialità dei giapponesi, consiste però nel mini lavandino posizionato sopra la "cassa" dello sciacquone.
Dopo aver fatto i bisogni, si tira lo sciacquone e il rubinetto posizionato sopra il water butta fuori acqua per lavarsi le mani. L'acqua che viene gettata fuori va a ricaricare la cassa dello sciacquone, cosicché viene utilizzata sia per lavare le mani che per lo sciacquone successivo.
Oltre ad essere una ganzata assurda è anche un modo intelligente per limitare lo spreco di acqua.
Per adesso è tutto, mi rimetto a studiare che domani ho l'esame!
7 commenti:
mio bosse,dopo averti almeno detto pè adesso ti scrivo commenti più sensati ma meno evocativi!
tutta questa descrizione sui cessi giappo la dovevi al popolo "io odio i rumori corporali e gabinettosi".merci!deve essere insopportabile però quel getto d'acqua così inopportuno...ma poi scusa hanno le manine che si lavino con le sante manine...ah ma poi magari li viene la tentazione di dilungarsi in questi lavaggi intimi per troooppo tempo!mah 'sti giapponesi!cmq te sai,ne abbiamo parlato tante volte,che la musichetta o dei rumori potrebbe essere utili,eviterebbe l'imbarazzo,anche se questa è la natura con rumori connessi...cmq vorrei sapere a chi nn da noia per nulla sentire il plof degli altri o suo!beh so soddisfazioni! w l'inno del corpo sciolto!
W i wt nipponici! XD
leggendo il tuo blog mi sto innamorando sempre + di questa terra!
le stradine coi distributori e tutti quei cavi elettrici hanno un loro fascino...
che bello il Nihon!!!
ciau kapa >_< salutino veloce :* e bacino :P
Ma quel wc prepara anche la colazione? o_O
LOL
La ganialità dei disegnini esplicativi per i vari getti d'acqua è smisurata.. come tutto il resto comunque.
I distributori di lattini per strada invece mi fanno molto "Detective Conan".
Ciau Bosseeeeeee!
PS: Comunque sono sicura che per l'altra Picciotta sarebbero del tutto inutili i getti d'acqua orientabili, viste le 3 ore di media che passa usualmente in bagno u_u
Leggendo il tuo blog mi sto divertendo da matti!!!
Tutto mi ricorda la mia prima esperienza (di 3 mesi) in giappone, e non posso trattenermi dal ridere come un pazzo davanti al PC.
Continua così.
benkyou wo ganbatte kudasaine.
Fabio B
Daiii! Il lavandino sopra la cassa del water, o più esattamente washlet è davvero una genialata!! Ma d'altra parte si sa, i giapponesi so sempre avanti!
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