giovedì 26 febbraio 2009

L'okonomiyaki

Se c'è un piatto giapponese che li batte tutti quanto a bontà e "effetto dipendenza" è... l'okonomiyaki!
Il nome è tutto un programma. "Okonomiyaki" vuol dire: "Tutto quello che piace cotto sulla brace!" In realtà non è "cotto sulla brace" ma cotto su una piastra; ho usato "brace" perché faceva rima con "piace"!

Tempo fa siamo andati in un localino nella zona di Pontochō dove si possono mangiare okonomiyaki.
Ci si siede sui tatami davanti a dei tavolini con delle piastre (chiamate "teppan") posizionate nel mezzo.

Una volta ordinato il tipo di okonomiyaki (con carne di mucca, con carne di maiale, con pesci vari, mix, etc...), vengono portati gli ingredienti per farsi da mangiare.

Una volta mescolato bene il tutto, si versa sulla piastra calda cercando di dargli la forma di una frittata e si fa cuocere da entrambi i lati.

Una volta cotto, si può iniziare a spalmarci sopra la salsa per okonomiyaki, marroncina e dal gusto dolciastro: una vera prelibatezza!

Dulcis in fundo, si può guarnire con alghe verdi, maionese e katsuobushi (sfoglie di tonno essiccato).

L'okonomiyaki è talmente buono e irresistibile, soprattutto la maionese e la salsa che si spalma sopra, che l'altro giorno devo avere messo un po' troppe salse perché poi mi sono sentita male...

Se ci sono delle cose del Giappone che mi mancheranno, l'Okonomiyaki sarà sicuramente una di queste!

sabato 21 febbraio 2009

Cani e gatti

In una lettera la mia zia mi chiese scherzosamente: "Ma i gatti giapponesi hanno gli occhi a mandorla??"

Fortunatamente in questi mesi ho avuto molte occasioni per vedere gatti. La cosa che più mi sconvolge sono tutti quei pregiudizi secondo i quali i giapponesi mangiano i gatti: non è così e penso non lo sia mai stato!

La più grossa colonia felina fino ad ora incontrata è quella che popola la zona del tempio Fushimi Inari Taisha, visitato in quell'ormai lontano ottobre 2008...

Ci sono micini ovunque e, nonostante il Fushimi Inari Taisha sia un tempio dedicato alle volpi, pare sia più apprezzato dai gattini... purtroppo però alcuni di questi parevano malaticci...

Sicuramente più in salute e arzillo era il gatto che si nascondeva tra le candele di un tempio, sempre al Fushimi Inari Taisha. E' stato un caso che sia riuscita a fotografarlo, visto che non pareva molto incline a farsi scattare fotografie!

Sempre rimanendo in tema di "gatti religiosi", poco tempo fa mi sono imbattuta in questo simpatico micino al tempio Toji-in che giocava sul prato di ghiaia rastrellato con cura di un giardino zen.


Un altro gatto molto simpatico è Kintaro detto Carmelo, il povero gattino raffreddato e infreddolito del castello di Himeji. Tutto rannicchiato sulla panchina, ha apprezzato molto le nostre feste ed ha ricambiato facendoci le fusa!

Dulcis in fundo, c'è la mia micina preferita, Makino detta Melissa! L'abbiamo trovata al tempio Kunpuku-ji, a nord-est di Kyoto. Si aggirava per il boschetto di questo tempio e quando mi sono chinata per accarezzarla mi è subito saltata in collo! E come faceva le fusa!
E' stata la gatta più bella (aveva un pelo davvero morbido) e affettuosa che abbia sin ora incontrato! E poi era anche molto "fashion" col suo collarino rosa!


Per par condicio, parlerò anche di cani...
Il Giappone è la patria degli Shibainu, una razza di cani che io adoro! Credo sia la mia preferita! Hanno un musino che mi ricorda molto i volpacchiotti e poi sono così bellini!

Anche io voglio uno shibainu!!!

domenica 15 febbraio 2009

ll misterioso battitore di legnetti nella notte...

Quando si arriva a sera, in un arco di tempo tra le 20.30 e le 21.30 si sente in strada un inquietante battere di legnetti. A ritmo costante.

TOC TOC

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TOC TOC

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TOC TOC


I primi tempi credevo che questo signore, che passava per le strade la sera battendo i legnetti, fosse una sorta di monaco e che con il suo gesto scacciasse gli spiriti maligni. Mi immaginavo chissà quali riti legati alla tradizione. Ma queste mie fantasie, alimentate sicuramente da troppi fumetti e cartoni giapponesi, si sono rivelate assolutamente infondate.

Il giorno in cui assieme all'uomo con i legnetti passarono i vigili del fuoco con i megafoni, iniziai a capire.

La funzione dell'uomo con i legnetti è quella di ricordare alla gente (che va a letto molto presto, credo) di spegnere tutti gli elettrodomestici che possono causare incendi come ad esempio i kotatsu, i tavolini bassi giapponesi riscaldati sotto.
Le case giapponesi, essendo in alcuni quartieri ancora di legno, sono facilmente incendiabili e una distrazione del genere potrebbe generare una catastrofe.

L'altro giorno sono uscita dal college e nell'ingresso ho visto i famigerati legnetti. Non so perché si trovassero lì, ma li ho subito fotografati:

mercoledì 11 febbraio 2009

Yakimeshi!

Era da un sacco di tempo che non scrivevo.
E' stata principalmente colpa della macchina fotografica che si è rotta. Per ripararla mi hanno chiesto più di quanto l'ho pagata, quindi ne ho presa una da molto meno e quando tornerò in Italia vedrò se è possibile ripararla. Anche perché il prezzo in Yen che mi hanno detto per ripararla è aumentato al causa del cambio sfavorevole per l'euro.

Per riprendere gli aggiornamenti, torno a parlare del mio argomento preferito: il cibo.

In questa permanenza di diversi mesi in Giappone ho avuto modo di provare vari cibi tipici: molti non proprio di origine giapponese, ma comunque molto popolari e quindi anch'essi definibili a loro modo "giapponesi".

Uno dei miei cibi preferiti in assoluto è lo yakimeshi, una sorta di riso alla cantonese. Si tratta di riso con vari ingredienti tra cui uova, cipollotti e carne, fatto saltare in padella.
L'aspetto del piatto definitivo è questo:

Posso assicurare che è molto buono! Io ne vado pazza!
La prima volta che l'ho mangiato è stata a una delle mense della scuola, la più buona forse, che si chiama "Cafè Taro" (che, se si legge velocemente, viene "caffettaro"!).
Taro, il cuoco, in cucina si atteggia proprio da gran figo e se lo può proprio permettere perché è davvero incredibile: riesce a preparare tantissimi tipi di piatti differenti in pochissimi minuti!

Lo yakimeshi della foto lo abbiamo mangiato in un locale che pare sia gestito da cinesi. Comunque era molto buono e la dimostrazione di ciò è come abbiamo spolverato la tavola: